lunedì 7 aprile 2008

Il pericolo amianto è cessato?






Già negli anni 80’ cominciarono a palesarsi dei gravi sospetti derivanti dall’uso dell’amianto.

Chi era addetto alle lavorazioni di questo materiale accusava spesso gravi malesseri a livello polmonare.

Solo nel 1992 fu emanata una legge, la 297/92, la quale sanciva la cessazione immediata di ogni lavorazione dell’asbesto e inoltre dava istruzioni alle regioni per il suo smaltimento, sensibilizzando anche la popolazione sulla pericolosità di questo materiale.

Nel meno che non si dica scoppiò la psicosi dell’amianto e ognuno di noi divenne un “untore” poichè chi fuori, chi dentro, aveva nelle proprie case o nelle proprie ville un manufatto composto da amianto.

Cominciarono a proliferare ditte specializzate nello smaltimento del micidiale prodotto, dove pagando cifre esorbitanti, proporzionate al peso stesso del prodotto da smaltire, ci si poteva liberare dello scomodo ingombro ed anche dal rimorso di esser forse stati, a nostra insaputa, propagatori di tumori e di asbestosi.

Ricordo che bastava vedere anche un solo frammento del nefasto materiale, abbandonato vicino ad un cassonetto o lungo un marciapiede, che tutti si andava in fibrillazione. Bastava telefonare ai numeri di pronto intervento e nel giro di poco tempo quel materiale veniva circoscritto e subito dopo prelevato.

L’amianto era diventato una dei pericoli più grandi dell’umanità, responsabile della maggior parte dei tumori e delle malattie polmonari che affliggevano l’uomo.


L’asbesto si trovava ovunque: nei sottotetti, sotto i pavimenti, nelle coperture ondulate dei capannoni, nei pannelli di coibentazione, nei cassoni dell’acqua, nelle cisterne. Fiumi di denaro sono stati spesi per la sua eliminazione ma ancor oggi sollevando lo sguardo sui tetti dei palazzi e nei balconi interni delle cucine si possono ancora notare un’infinità di recipienti di riserva dell’acqua fatti ancora con questo materiale, molti dei quali ormai inefficienti. Si dice che finchè non si polverizza e si inala, questo materiale non è per nulla dannoso. E quindi questi cassoni giacciono tranquillamente sui tetti, tanto finchè rimangono sani…..

Se poi qualcuno volesse procedere alla loro sostituzione con altri i materiale plastico, allora se la dovrà vedere con queste ditte addette allo smaltimento, che chiederanno cifre da capogiro.

La soluzione migliore allora diventa quella di dare una bella mancia a chi installa il nuovo recipiente e quest’ultimo provvederà al suo smaltimento ricorrendo ai metodi tradizionali, ovvero la frantumazione sul luogo e l’abbandono in qualche discarica abusiva o in mezzo ad un cumulo di immondizie. Come io stesso ho potuto vedere con i miei occhi, questi cumuli di manufatti di amianto sono anche visti da altri poiché non sono affatto nascosti.

E allora mi chiedo: se è vero che l’amianto è così pericoloso (ed io ne sono convinto) perché lasciarlo così esposto nelle discariche abusive, o in mezzo ai luoghi di raccolta dell’immondizia?

Se vi è stato qualche incosciente che lo ha gettato in un luogo qualunque, non si deve pensare che quel manufatto altamente pericoloso sia ormai diventato figlio di nessuno e quindi possa essere abbandonato per finire un giorno chissà dove, senza un trattamento speciale di smaltimento!

Come dicevo prima, le ditte specializzate nel trattamento dell’asbesto si fanno pagare care, ma occorre pur trovare un sistema per consentire sia al privato che hai comuni di poter dare “la dovuta sepoltura” a questi materiali senza dover accendere un mutuo per il suo smaltimento.

Se anni addietro l’amianto era stato ritenuto altamente cancerogeno penso che non sia cambiato nulla e come lo è stato ieri lo sarà anche oggi. Ed allora perché ormai rimaniamo indifferenti quando ne vediamo un bel cumulo abbandonato proprio accanto al nostro cassonetto dell’immondizia?






Melus

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho un serbatoio di eternit delle dimensioni di circa cm 50x60 per h100, come debbo fare per smaltirlo, qualcuno lo sa?
Grazie
Antonio

Anonimo ha detto...

interessante esposizione.
Il problema sono quelle aziende, che se ne fregano delle disposizioni di legge, e altrettanto fa la ASL, che più volte chiude gli occhi, su segnalazione dei dipendenti.

Smaltirlo sarà caro, percarità.
Ma la mia vita ... NON HA PREZZO!